Poesie degli studenti

Pubblichiamo le poesie degli studenti che hanno partecipato al laboratorio di poesia con Umberto Piersanti.

Rosa Sagripanti. Liceo Classico, 2B.

Tu non ricordi

“tu non ricordi i giorni passati né i muri gialli né il nome greco. Tu non ricordi quale silenzio né soffitti bassi o piastrelle chiare.

Tu non ricordi scrivanie bianche né occhi gonfi né rossi di pianto. Tu non ricordi il tempo atteso né il suono dei passi che ti sfioravano”.

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Cerchi di fumo

I cerchi di fumo schietti e nudi e gravi nell’aria son così chiari che Il cor piangerebbe

e vanno tristi, i cerchi di fumo, per vie nascoste.

Lorenzo Calza. Liceo Classico, 5A.

Tu non ricordi
il tempo insieme
tra i banchi

Le camminate
nelle calde sere estive,
l’estenuante sforzo
per dieci minuti con te

La felicità
poi
nulla più

La tristezza

Il dolore

Il lutto

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Da qualche parte
la città deserta
si staglia a coprire
la brulicante vita nascosta.

Nel tempio
le anime morte
devote al Dio della vita,
cieche.

Echeggiano nello striato piano
deserto, le voci di
nomi ormai dimenticati.

La civetta la veglia
dall’alto della chiesa nascosta,
si odono non le campane
ma solo il suo verso.

È l’ultima meta
dell’animo umano,
da qualche parte
la città deserta.

Maria Grazia Paccapelo. Liceo linguistico 5G

Tu non ricordi
come correva forte il cielo
sopra le fisime nostre,
languide,
pulite dal tempo.

E i nostri corpi
ammaccavano l’erba,
incastrati a tramare
chissà cosa
si sperava.

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Alcesti

Non mi sarei tirata indietro
Se m’avessero detto
“Cavati un occhio, malata d’amore!”
Lo scambio di organi va ben oltre
quelli genitali.

Guglielmo Buzzelli. LIceo classico, 5A

In questo bosco
andiamo, corriamo
tu ed io
mon frere
tu ed io
Il caldo solstizio ci darà più tempo
Più luce!
Andiamo a giocare agli eroi di un altro tempo
I nostri bastoni saranno le nostre spade
e questo boschetto il luogo ideale
per una battaglia sanguinosa e irreale
Due bambini che si atteggiano a fare Achille e Aiace
sembrano più un fenicottero spennato e un cicciottello
E dopo infinite vittime di piante e rami
Torniamo
come folletti
rapidi come una freccia
E’ notte sì
ma il buio non ci spaventa
E’ notte sì
i grilli cantano la foresta vinta

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Tu non ricordi
bastardo
la tua città natale
La lingua e il sangue
da Clodio
quel piazzale sotto il monte
che tanto ami

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Silenzio!
Chi spia?
Il portone un filo accostato
Perché sbirci uomo alto?
Qui qualcuno
ma le ombre
guardano
e
parvono
O io non capisco
Silenzio!
Le voci hanno smesso
alcune ancora parlano